Sulla strada di casa
Non potevo immaginarlo.
Che, tornando, mi sarei ritrovato a camminare, smarrito, senza riuscire più riconoscere la strada di casa. Che ai lati della via avrei trovato enormi cataste di tronchi di alberi e fango ammucchiato, con i carabinieri a presidiare la zona neanche si trattasse di torri d' oro e platino. Che rivoli di acqua sporca di terra e rami spezzati potessero scavare letti di fiumi così profondi in mezzo ai tetti, in due soli notti. Che le mura esterne delle case vicino a cui passavo la mattina, non sarebbero state più bianche, ma ingrigite, ricoperte di schizzi neri come immerse in un mare di catrame colloso. Che c' è così tanta legna e terra in giro, da costruirci un enorme nido di rondini, grande quanto l' intera isola, tutto stà a trovare qualcuno disposto ad abitarci.
Non potevo immaginarlo.Che l' uomo che l' altro ieri aveva lavorato sotto casa, sarebbe finito così presto e male, la quinta e sconosciuta vittima. Scivolato in mare sotto una frana, volato in cielo per cinquanta metri, e poi piombato sugli scogli, immobile, con l' osso del collo spezzato. Che aprendo la finestra, adesso vedo una lunga ferita scura scendere per la collina di fronte, e prima non c' era.
E non potevo sapere chedobbiamo sempre sbattere, ad occhi chiusi, con il naso contro le pareti, per capire quanto è grande una stanza e fin dove possiamo spingerci, e dopo tutto questo tempo, non abbiamo ancora trovato un modo migliore per riuscirci.