Capaci, via D' Amelio? Io CENTRO

Non era difficile prevedere che, il ritrovamento di volantini elettorali di supporto a Cuffaro, in casa dell' uomo che per tanti anni è stato, seppure in perenne latitanza, al vertice di Cosa Nostra, potesse scatenare un mezzo putiferio. Ed infatti la sequenza di toni accesi ed accuse si è innescata senza esitazioni.
Per primo, Il candidato alla presidenza della regione Sicilia, l' attuale governatore Cuffaro, è stato molto lesto a precisare "Ce li hanno messi, sono comparsi dopo", additando ad un non meglio precisato, e criminoso complotto. Poi, Francesco Massaro, cronista del giornale di Sicilia ha chiarito, che sì, i volantini non erano in bella mostra sul tavolo, ma chiusi in un barattolo, e che lui stesso, come confermato dalle telecamere, si è preso la cura di documentarne la presenza, esponendoli all' operatore su di un ripiano. Un comportamento, è lecito affermare, limpido, di un giornalista che svolge esclusivamente il suo diritto-dovere di cronaca, ben lontano dal prefigurare alcun complotto o tentativo di "mascariamento" ai danni di Cuffaro.
Ecco, dunque, fatta chiarezza su questo episodio, si potrebbe passare ad esaminare la gravità dei fatti in sé: la gravità del ritrovamento di volantini elettorali di supporto al governatore, nel covo dell' uomo simbolo di Cosa Nostra. Lasciamo da parte le eventuali implicazioni penali, dimentichiamo per un attimo i processi. Fermiamoci semplicemente agli ultimi fatti. L' amicizia o la simpatia che Cuffaro ha avuto ed ha nei confronti di personaggi vicini alla mafia è un dato acquisito, relazioni di cui il Totò "vasa-vasa" stesso non ha mai fatto mistero, riconducendole alla sfera della normale diplomazia politica. Quella che si aggiunge in queste ore è la semplice conferma che queste affetti e queste premure sono ben ricambiati dal “Capo” in persona, il “fantasma” Provenzano.
Certo questa considerazione non raffigura alcuna implicazione legale. Ma non è forse un motivo più che sufficiente perché i cittadini Siciliani orientino liberamente e con cognizione di causa il proprio voto alle prossime elezioni? E non è forse doveroso che su questo sia fatta una puntuale informazione, altro che complotti o tentativi di "mascariamento"? Ci sono documenti dettagliati, libri, inchieste ( "La mafia bianca" ne è soltanto il più recente esempio ), che mettono chiarezza sugli scenari inquietanti in cui si muove parte del centrodestra siciliano ( o almeno la guida di esso ). Ma, non credo che serva tutto questo, dei volantini sono più che sufficienti per formulare una scelta.
Certo, alle reazioni di Cuffaro, se ne sono aggiunte altre. La nuvola dei giornalisti e opinion-maker "garantisti", è scattata, pronta, a derubricare l' episodio come un triste esempio di influenze giudiziare sulla politica. Ad allungare la lista delle accuse contro un antimafia che coltiva la “segreta ossessione” di punire la politica anche quando persegue la criminalità organizzata, ed imbastisce contro dei dignitosi cittadini processi ingiustificati ed infamanti. Si ripete insomma, la triste litania dei giudici con i paraocchi che, pure nel tentativo di combattere la mafia, cercano soltanto di infangare il buon nome di altri servitori dello stato. Sembra che per alcuni, e molti "giornalisti" fra questi, il vero problema non sia la mafia, ma l' antimafia, con i suoi spietati poteri. Ma, per una volta, non dilunghiamoci nel coro di queste insipide e ripetitive obiezioni.
Perchè seguendo il filo di questi ragionamenti, arriveremmo al paradosso che non solo i magistrati, ma neanche noi potremmo più dedicarci alla politica, quella vera. Dovremmo forse smetterla di differenziare, astenerci dal giudizio? Dovremmo, forse, smetterla di pensare, che in una terra di intrecci criminali, l' evitare di affidare appalti e denaro pubblico ad uomini vicini alle cosche, sia una priorità? Dovremmo forse riporre nel cassetto ( o nel barattolo), l' idea che un uomo politico abbia il dovere di tenersi lontano da personaggi di dubbia condotta, e debba rifiutarne l' appoggio e la riconoscenza ? E' con questo che si intende la politica ?
Se davvero l' antimafia dovesse tenersi ben lontana dall' indagare possibili connivenze tra mafia e politica, in ossequio a questo imprecisato ed elastico garantismo, ci ritroveremmo, anche noi, tutti zitti. Mentre uomini come Provenzano, ed i vertici della mafia ancora latitanti, sarebbero ben lieti di continuare a dispensare pizzini, volantini e consigli con le mani insanguinate. Se lo stesso Provenzano non fosse stato arrestato, c' è da credere che il suo prossimo slogan elettorale sarebbe potuto essere "Via d’ Amelio, la strage di Capaci... IO CENTRO".
Davvero c’ è qualcuno che crede che in questi casi un "silenzio garantista" sia la risposta migliore?