Maradona e Bush
Non mi và di difendere quest' uomo. Non credo sia un leader politico degno di questo nome, per cui dunque si debbano esaminare tutte le sue prese di posizione con la lente d' ingrandimento, come si fa per un grande statista.

Ma mi dispiace anche assistere al gioco al massacro cui ha partecipato, persino il Tg1. Perchè è vero, che a prima vista il comunismo di Fidel, il peronismo di Menem ed il populismo di Chavez hanno ben poco in comune, se non qualche lacuna in tema di tutela dei diritti civili ( e qualche non poi tanto vago sentore di
panamericanismo di cui il Tg1 dimentica completamente l' esistenza ). Ma è anche vero, che forse la forza del messaggio di cui è portatore Maradona in questi giorni è proprio nella mancanza di un' ideologia coerente ed ordinata.
Insomma, è la dimostrazione che per capire che Bush è un tirannetto ingiusto ed incapace, non servono chissà quali studi accademici e quale preparazione politica, ( i suoi misfatti sono sotto gli occhi di tutti) mentre per persuaderci del contrario fior di pensatori dalle pagine del Foglio devono ricorrere alle più disparate arti oratorie e sillogismi spirituali neocon, ottenendo tuttavia scarso successo.
Dunque ben venga Maradona con il suo qualunquismo da quattro soldi, anche se ha smesso di tirare divinamente calci ad un pallone.
In fondo il pibe de oro sta facendo nel mondo sudamericano quello che il molleggiato fa quì da noi: accusare entrambi di faziosità o di scarsa raffinatezza politica, è controproducente. Mette solo in evidenza, come siano indifendibili oramai, le posizioni politiche su cui gli ideologhi neocon si sono arroccati.
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